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Intervista a Andrea Beretta

Finalmente, come promesso, arriva l’intervista ad Andrea Beretta: colui che sceglie di portare liste tematiche e coerenti, piuttosto che affidarsi alle cosiddette "top tier". Il tutto per il semplice gusto di giocare seguendo un suo personale schema e ricreare armate fedeli alla letteratura tolkieniana.


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  • D: Come ti sei avvicinato al kitbashing?

A: Onestamente ignoravo l’esistenza del termine "kitbashing"! io le ho sempre chiamate “conversioni” e le ho scoperte leggendo le riviste de “Il Signore Degli Anelli Gioco di Battaglie nella Terra di Mezzo” che compravo con mio padre in edicola nei primi anni 2000 e al quale successivamente mi sono abbonato fino a completare la collezione.Le “conversioni” erano citate nei numeri 67 e 72, nei quali venivano mostrate le foto di alcuni modelli personalizzati da alcuni giocatori. All’interno del numero 75 era presente proprio un set per realizzare conversioni con tanto di tronchesino, taglierino, colla, varie armi, teste, scudi..Anche le tecniche venivano descritte nello stesso numero. (riposizionamento di armi o braccia, sostituzione dell’arma o della testa, ecc…)



  • D: Qual è stato il pezzo più strano o insolito che hai usato per una tua creazione?

A: Ce ne sono diversi. Alcuni mi “imbarazza” pure citarli (il risultato finale non è stato così soddisfacente), te ne elenco alcuni:


1) Il troll tamburino corazzato (uscito molto male in realtà, infatti non ho mai finito di dipingerlo) ma realizzato con fierezza utilizzando il troll dei Lego di Harry Potter. Allo stesso troll ho fornito enormi tamburi ottenuti incollando 2 tappi di plastica ricoperti di carta stagnola.


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2) L’orco sciamano realizzato “per caso” da un incidente avuto con una bottiglia di plastica verde (Uliveto o Ferrarelle non ricordo) che fusi per errore urtandola con la pistola per la colla a caldo incandescente. Il risultato mi è piaciuto al punto che ho pensato “sembrano le spire mortali dei Cavalieri della Morte di Warcraft” devo utilizzarla per qualcosa. è uscito questo sciamano (che non ho finito di dipingere)


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3) se parliamo di STRANEZZA di pezzi utilizzati per le conversioni DEVO citare mio re goblin (ottenuto da un comune arciere normale) la cui corona che lo rende “IL RE” è di fatto un orecchino con diamanti (...finti) della mia fidanzata.…che compete con un Eomer a cavallo, il quale usa sempre un orecchino, ma come scudo!



… e sempre restando in tema di scudi non posso non citare il mio capo Haradrim che veste sempre firmato Champions, pure lo scudo!


Altre menzioni onorevoli potrebbero essere lo stregone Haradrim che usa come scettro un dentello della spazzola della mia fidanzata (e come spada un ritaglio di patente scaduta) e gli stregoni Esterling per i quali le briglie e archi rotti diventano scettri altrettanto maestosi!



Un’ulteriore menzione onorevole penso spetti anche ai miei Mumakil corazzati. Uno di questi porta un elmo ottenuto da un accessorio dell' “alchimista” della PlayMobile, mentre le sue zanne sono state sostituite con delle punte di freccette di gomma rotte.



La sua compagna elefantessa detta “la mamma di Dumbo” preferisce invece proteggersi col cinturino di un orologio. Un terzo Mumak che ha preferito dipingersi il capo invece di proteggerlo… ha ottenuto una zanna rotta (realizzata con un pennello a cui ero molto affezionato ma che purtroppo si è spezzato dopo tanti anni). Ovviamente ai Mumak non si nega mai la…“mietitrebbia anti Rohirrim” realizzata con un po di stuzzicadenti, stoffa e spago riciclati. Infine molti orchi e Uruk che reggono oggetti assurdi realizzati con oggetti altrettanto assurdi come questa lanterna fatta sempre con un dentello di spazzola. Le fruste fatte di plastica fusa o le torce le cui fiamme in movimento sono riprodotte fedelmente dal “ciuffo di erba tappabuchi per la basetta dei cavalieri di Rohan”.




  • D: Hai mai dovuto sacrificare un modello perfetto per dar vita a qualcosa di nuovo? Raccontaci il dramma!

A: Si, diverse volte. Negli anni mi è capitato di acquistare lotti in cui erano presenti eroi in metallo che già avevo. a quel punto l'eroe doppio non dipinto sarebbe diventato OVVIAMENTE ottimo materiale originale per conversioni. qui mi sono sbizzarrito. Vi cito alcuni esempi.


Lurtz che diventa un Uruk di Mordor / Shagrat che in contrapposizione diventa un capitano Uruk Hai Scout.

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…Uglúk, per esempio, è stato promosso a banner Uruk di Cirith Ungol — forse una delle mie peggiori conversioni di sempre (e credetemi, la concorrenza è spietata).


Poi ci sono vari eroi di Rohan e Gondor riciclati come semplici capitani comuni… alcuni dei quali sono venuti fuori così male che quasi quasi si auto-esiliano dalla mensa della Terra di Mezzo.


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E vogliamo parlare degli Uruk-hai guerrieri diventati ferali? Un'idea coraggiosa… peccato che siano venuti talmente male da sembrare più dei ferali nel senso "artistico" del termine: selvaggi sì, ma contro il buon gusto.


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  • D: Tra tutte le tue creazioni, qual è quella a cui sei più affezionato e perché?

A: Una delle miniature a cui sono più affezionato in assoluto è il mio Capo Troll di Mordor originale in metallo della Games Workshop, divenuto poi il primo dei miei 3 “Troll Esterling”. Quello che in foto vedete con lo scudo più grande (realizzato con pezzi di plastica ricavati da una scatola di mentine e un bottone rotto)


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  • D: Quanto è importante la fantasia nel kitbashing rispetto alla tecnica?

A: Onestamente credo che la fantasia sia più importante della tecnica, soprattutto perchè la prima può diventare uno stimolo a migliorare la seconda, che col tempo, se coltivata a sufficienza, migliora inevitabilmente. Io sono perfettamente consapevole di non avere una grande tecnica, non mi reputo bravo abbastanza da modellare la Green Stuff a mano libera ad esempio. Non sono neanche un grande pittore, e spesso dipingere bene, con le tecniche giuste, è tanto importante quanto saper convertire bene i propri modelli. Il bello di questo hobby è che si migliora progressivamente FACENDO. si sperimenta, si impara dai propri errori e si migliora sempre di più. Inoltre adoro il fatto che si possa riciclare tantissimo materiale che verrebbe altrimenti gettato via. Bottoni che diventano scudi, ritagli di plastica che diventano lame di spade e lance…stuzzicadenti e lacci di scarpe che diventano l'armatura di questo un improponibile TROLL HARADRIM.


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  • D: Qual è l’errore più divertente o disastroso che ti è capitato durante un kitbashing?

A: se escludiamo le migliaia di volte in cui mi sono incollato le dita con l’attak o mi sono ferito con taglierini, forbici o altro (ho l’incisivo superiore sinistro scheggiato dall’aver estratto una graffetta con i denti dalla basetta di un modello, NON USATE MAI I DENTI nemmeno per aprire il vasetto più duro)...........riguardo miniature “distrutte” non ne viene in mente nessuna eccetto forse un Pipino doppio che diventa un orco deforme (per impossibilità a renderlo altro.) o un Gorbag divenuto un pirata (capitano dei corsari) talmente brutto che poco dopo è stato trasformato subito in un capitano su Warg. (l’idea di sfruttare le sue gambe larghe per posizionarlo sul lupo è del mio amico Alessio Benigni)... a proposito di questo: se una conversione esce male, si può SEMPRE convertire in altro. è fondamentale essere sempre ispirati quando si realizzano le conversioni. Quel Gorbag ha preso il posto di un capitano Warg che in passato realizzati senza il minimo senso della “decenza”.


  • D: Per chi vuole iniziare ora, quali consigli daresti? Meglio partire da qualcosa di semplice o buttarsi subito nel caos creativo?

A: Domanda importante… e la risposta è: dipende. Dipende da cosa si vuole ottenere con una conversione. Mi spiego meglio: una conversione può nascere, ad esempio, da una semplice necessità. Mettiamo il caso che devo partecipare a una partita — magari pure a un torneo importante — e mi manca un arciere. Panico? No. Prendo uno spadaccino, piego una graffetta, la incollo sulla schiena et voilà: ora ho il mio arciere. Non sarà il massimo dell’estetica, ma quando il tempo stringe, anche una graffetta può fare la differenza tra giocare… o restare in panchina.


Un altro esempio semplice? Mi serve uno stendardo, ma non ce l’ho. L’originale GW costa 45€ (sì, avete capito bene). Allora prendo un lanciere, allungo l’asta se serve e realizzo lo stendardo con carta o stoffa e un po’ di colla vinilica. Voilà.Altre volte, però, questi adattamenti richiedono un lavoro ben più preciso – e soprattutto tanta, tanta pazienza. Come quando ho deciso di convertire le asce degli Orchi del Morannon in alabarde Esterling… una sfida che ha messo a dura prova la mia sanità mentale.


La necessità può essere anche puramente estetica. Per esempio, ho circa 100-120 orchi di Mordor e Morannon, tutti personalizzati. Nessuno uguale all’altro.In questo caso le conversioni sono nate in totale libertà, senza preoccuparmi di creare un’armata ottimizzata: l’obiettivo era semplicemente sfogare la creatività e rendere ogni modello unico.È così che è nata, per dire, la mia armata di Orchetti di Isengard... perché sì, avevo decisamente troppi orchi di Mordor e dovevo pur farne qualcosa!



  • D: Che prodotti e marche usi?

A: La supercolla Attak è semplicemente indispensabile, soprattutto per le riparazioni dell’ultimo minuto (quelle che ti salvano la partita e l’onore).Poi c’è la colla vinilica Vinavil, fondamentale per basette, elementi scenici e stendardi: quando devi incollare roba leggera che non deve esplodere al primo colpo di dado.


Sul fronte delle conversioni più avanzate, entrano in campo i rinforzi: Blue Stuff, Green Stuff e Milliput.Uso la Blue Stuff per creare gli stampi, mentre una miscela di Green Stuff e Milliput mi permette di clonare pezzi con discreta precisione.Per dire: ho sei troll di Mordor e sei della Caverna… tutti clonati. Sì, è praticamente una piccola industria sotto banco.


Poi c’è il lato “riciclo creativo”, che per me è quasi una filosofia di vita:

  • Graffette, che diventano aste per armi lunghe o stendardi (sono praticamente i giavellotti del modellista economico).

  • Piccoli pezzi di plastica o cartoncino rigido, perfetti per lame improvvisate.

  • Pezzi di sprue (sì, proprio quei telai di plastica che tutti buttano): con un po’ di immaginazione diventano teste di mazze o martelli.

  • E poi c’è l’arte del recupero estremo: pezzi di giocattoli rotti – punte, spade, frammenti di corazze.

  • Stringhe, fili di spago, cotone, filo di rame, stecchini dei gelati… tutto può servire. Il limite è solo nella fantasia (e nel contenuto del cassetto delle cianfrusaglie).


Un notevole upgrade, recentemente, me l’ha dato l’acquisto del mini trapano manuale da modellismo.Una meraviglia assoluta: perfetto per forare le mani dei guerrieri (con rispetto parlando) e realizzare armi in asta con le immancabili graffette. Una volta provato, non si torna più indietro!



Parlare con Andrea Beretta è un po’ come aprire una finestra su una Terra di Mezzo parallela, dove la creatività detta legge e ogni modello ha una storia da raccontare — anche se è stato costruito con una graffetta e un pezzo di sprue.Le sue conversioni non sono solo soluzioni pratiche, ma vere e proprie dichiarazioni d’amore verso un hobby vissuto con passione, coerenza tematica e un pizzico di sana follia modellistica.


Che si tratti di un Uglúk trasformato in banner (con qualche crisi d’identità), o di un esercito di orchetti nati dal bisogno di dare un senso a un eccesso di plastica, ogni pezzo racconta il suo modo unico di vivere il gioco: non per vincere a ogni costo, ma per raccontare una storia… una miniatura alla volta.


Grazie Andrea, per averci portato nel tuo laboratorio creativo fatto di colla, pazienza e tanta ispirazione. E se vi serve un arciere all’ultimo minuto… sapete dove trovare una graffetta.

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